“Utopia non esiste”

UTOPIA NON ESISTE

Installazione di Germano Paolini, Antonio Barbieri, Fabrizio Torchio
La città visibile - 2015 - Cassero della Fortezza Medicea - Grosseto


a cura di Marta Paolini

 

 

Utopia non esiste. Oppure Utopia esiste laddove cediamo al non definirla. E dovremmo ben saperlo, noi grossetani-monicelliani, che ogni forma di speranza fissata si cristallizza in una trappola.

Lungi dalla conoscenza risolutiva della realtà, del bene e del male, lungi dal riuscire a delineare i connotati della società auspicabile e dell’uomo perfetto, come rapportarci con il mondo fenomenico, quello contraddittorio e mutevole, sfuggente e scivoloso con cui ci confrontiamo ogni giorno? E dove collocare dunque Utopia, quale territorio attribuirle in modo che non si trasformi nel suo ideale opposto, ovvero in assolutismo, in “armatura architettonica” universale per spazio e tempo?

“Zeit ist Kunst” ci ricordava Wenders con un foglietto attaccato chissà da chi sul muro dell’Alte Nationalgalerie berlinese; “il tempo è arte” se lo si svincola dall’essere flusso, sequenza di attimi, successione di eventi, riportandolo alla sua pluralità ritmica. E così Utopia non è la meta; è il non luogo, se la si emancipa dalle strutture matematicamente perfette, moralmente impeccabili, politicamente equilibrate. Essa non tende all’ottimo, ad una perfezione assoluta, statica, inconciliabile con la stessa natura umana. Utopia è il luogo della progettazione e delle scelte, del sogno e della sua realizzazione; è il luogo della creazione. Utopia è arte; è l’arte di elaborare il meglio, ogni volta flessibile e rigenerante.

Questo processo creativo non rinnega le contraddizioni dell’umanità, non le abbandona per rifugiarsi nella definizione di un luogo altro, parallelo, mai trovato. L’arte genera bellezza partendo dall’esistente. Utopolis è dunque disegnata dall’Uomo che sa contemplare se stesso ed il mondo, disponibile ai mutamenti e orientato alla collaborazione, incuriosito dal proprio vissuto tanto da voler partecipare alla sua costruzione.

 

Collaborano all’installazione:

Antonio Barbieri – scultura in ferro

Germano Paolini – pittura su plexiglass

Faber Torchio – fotografie


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